La prima in assoluto è la dottoressa Cesarina Forti, pediatra: per noi, in famiglia, semplicemente “la dottoressa”, in un’aura di autorevolezza e presenza affettuosa.
Percepivo la fiducia assoluta con cui i miei genitori si affidavano a lei per quanto riguardava la mia salute: per me era una gigantessa bionda e gentile che veniva a visitarmi a casa quando avevo la febbre alta, con quella sua valigetta di cuoio da cui, per primo, usciva sempre il fonendoscopio, e che invece riceveva in studio per le questioni meno urgenti. Entrare nel suo studio era varcare una soglia tra mondi: dal rumore del traffico cittadino al silenzio sacrale di uno spazio fuori dal tempo: soffitti che mi parevano altissimi, mobili austeri, tappeti, silenzio rispettoso da parte di adulti e bambini. Giocattoli per trascorrere un’attesa che era imprevedibile, perché Cesarina dedicava tutto il tempo necessario ad ognuno, senza curarsi dell’orologio e di quanto sarebbe durata la sua giornata di lavoro.
In questo momento rivedo il suo studio nel buio, evidentemente è il ricordo di una sera invernale, con la lampada da tavolo a creare uno spazio luminoso in cui lei, la mamma e io sedevamo durante la chiacchierata iniziale. Poi la stessa lampada veniva orientata verso il lettino su cui la visita procedeva secondo un iter conosciuto, reso poi specifico da ciò che richiedeva la situazione da cui era scaturita la necessità dell’incontro.
Proprio sulla parete cui era accostato il lettino campeggiava una foto in bianco e nero della madre della dottoressa, che era stata ostetrica, un’ostetrica particolare che si spostava con una grossa Moto Guzzi (gloriosa marca italiana dal lontano 1921) e nella foto era proprio immortalata, in pantaloni e valigetta, a fianco del proprio destriero.
Lo stile della dottoressa Cesarina Forti è stato un insegnamento fondante, nel senso letterale di “lasciare il segno”, lo comprendo ancora di più nello scrivere questi ricordi di una donna che ha dedicato tutta la sua vita a prendersi cura di centinaia di bambini, conoscendo ognuno di loro per nome, conoscendo le famiglie, le storie, sapendo quando c’era bisogno di incoraggiare e quando di strigliare, con affettuosa autorevolezza.
Grazie, dottoressa Forti, la sua impronta amorevole resta nel cuore di centinaia di bambini, ora a loro volta genitori e nonni.