Campo base: meditazione per sciamani urbani

esplorare con audacia e buon senso

“Quando esplori territori sconosciuti, un buon campo base è fondamentale. Ma anche il miglior campo base è comunque temporaneo: quando hai esplorato lo spazio circostante, hai imparato quello che ti serve, trovato quello che cercavi, quando sei sopravvissuto a ciò che dovevi superare, è tempo di andare avanti”. (Atypical,S4,Ep.8)

Potrai organizzare nuovi campi base via via che procederai nel tuo cammino, sapendo che, in caso di necessità, ti sarà possibile ritornare ai campi base precedenti per recuperare forze e fiducia ricordando gli strumenti acquisiti.

“Il campo base è, parafrasando la nota canzone, ‘un centro di gravità permanente’: tra il basso, da dove gli uomini provengono con il respiro corto perché non acclimatati, e l’alto, dove vogliono andare inseguendo il loro sogno; tra la tensione dell’alpinista in azione e la calma della riflessione […] È il freddo polare quando ci si infila nel sacco a pelo gelato e si battono i denti, è il tepore, quasi il caldo, delle belle giornate con il sole che picchia sulla tenda dove indugi e in pochi minuti la riscalda, dove un ragazzo gentile ti offre il ‘chai’ fumante […] Al campo base i pensieri rallentano, si mettono in ordine e se c’è il sole ti vien voglia di lavarti, di curare i capelli, le mani […] La parola al campo base pare avere un significato più profondo, sarà l’aria sottile o il tempo rarefatto, ma sedersi al sole, o al riparo dal sole, per parlare, al campo base ha l’antico gusto del chiacchierare seduti fuori dalla porta di casa, dove tutti sanno tutto di tutti, eppure c’è tanto da dire. Cose lontane dell’Italia, delle famiglie, ma anche quelle quotidiane della spedizione, chi c’è, chi va, chi sale, i pronostici, non tanto sulla cima, piuttosto sul meteo.

Siamo insieme al campo base […] C’è curiosità, c’è il condividere spazi e cibo, c’è la passione, grande e potente che attrae tutti verso la vetta. Il campo base è il tuo, ma c’è anche quello delle altre spedizioni e allora nella noia delle giornate bigie, o anche assolate quando sulla montagna ‘si lavora’, si va in visita agli altri campi, al genere umano che quassù per alcune settimane prova a salire una montagna. Non mi perdo una partenza dal campo base, all’alba, quando il fornello della cucina inizia a fischiare, mi metto il piumino e i pantaloni di pile ed esco fuori a prendermi lo schiaffo dell’aria gelida, a guardare le stelle che pian piano sono assorbite dalla luce che aumenta, una tazza calda e fumante in mano. C’è rumore di ferro e ghiaccio, ci sono voci concitate di uomini che si muovono a scatti con le frontali accese, c’è odore di caffè. Poi tutto si ferma, gli uomini e gli zaini, le tende illuminate, forse anche le stelle […] l’urlo è potente: ‘K2 Zindabad’, ripetuto più volte, poi il nome di tutti seguito dall’esortazione ‘Zindabad’, ‘lunga vita’. La vetta è la ricompensa, è il momento della felicità per tutti; al campo base esplodono i cori, gli abbracci, i balli al suono dei bidoni di plastica battuti con i cucchiai; si festeggia con una torta quanto mai gustosa, è il tempo della commozione. Si torna a casa”. (Stefania Mondini) Qui l’articolo originale.

Versante sud del K2 (Wikipedia, il sussidiario.net)

Durante il nostro incontro ci occuperemo del campo base interiore, una bolla essenziale che ti permette di essere Te nel cambiamento, un Te transitorio, pronto all’evoluzione, che crea un habitat supportante in alta quota, nelle foreste tropicali e fra i ghiacci del Polo che incontri nella tua giornata. Mentre sei presente al campo base, al paesaggio, e a tutto ciò che è, dalla tua presenza essenziale.

L’esperienza di meditazione che ti propongo è l’occasione per occuparti di qualcosa che hai completato ma non ancora lasciato andare o di qualcosa che vuoi costruire ma di cui ancora non hai chiarezza, e potrai utilizzarla anche per affidarti alla matrix ed esplorare spazi totalmente sconosciuti, che però esistono e aspettano di essere svelati. 

Per partecipare alla meditazione, procurati sedici sassolini, o pezzetti di legno, o conchiglie o foglietti, sedici piccoli oggetti che userai per costruire lo spazio sacro in cui vivere l’esplorazione in modo protetto.

In questo periodo in cui ristagnano frequenze pesanti, ritengo sia importante aprirsi alla connessione con altri livelli di realtà mantenendo schermato il proprio campo energetico.

L’appuntamento al campo base è per mercoledì 22 settembre, dalle 21 alle 21,45, via Skype (dr.a.cacciari)

Iscrizioni entro martedì 21 via whatsapp, telegram, mail.