Lo sciamanesimo hawaiano implica l’essere parte della vita di tutti i giorni, con anima e corpo, ma avendo un particolare modo di considerare la realtà.
Oltre alla realtà oggettiva, materiale, in cui vige il principio di separazione, di causa-effetto e di inizio-fine, ci sono altri piani che possiamo considerare:
il piano soggettivo, in cui percepiamo l’energia che sottende ogni manifestazione fisica, e quindi la ciclicità dei processi, la trasformazione incessante e il collegamento fra tutto ciò che è;
Il piano simbolico, in cui troviamo significato in ciò che è e in ciò che accade, aldilà di ciò che si manifesta nel piano oggettivo;
Il piano dell’Uno, in cui percepiamo l’unità aldilà della molteplicità di forme e manifestazioni, identificandoci con essa e osservando gli altri piani a partire da questo..
Lo sciamano utilizza il piano di realtà con gli strumenti più adatti alla situazione di cui si sta occupando: non ha preferenze o pregiudizi su uno o sull’altro piano, semplicemente apre la cassetta degli attrezzi e usa le pinze o il cacciavite, a seconda del lavoro che serve nel momento.
Dato che oggigiorno la maggior parte della popolazione vive in ambito cittadino, è importante che lo sciamano viva a sua volta in questo contesto, e non isolato nella foresta.
E, soprattutto, ognuno di noi può sviluppare, coltivare, l’attitudine sciamanica a vivere con intenzione la propria vita, rivolto al benessere sociale e ambientale: aiutando gli altri, aiutiamo noi stessi, trasformando il mondo, trasformiamo noi stessi.
E viceversa.
riferimenti:
Serge Kahili King “Rivoluziona la tua realtà“, 2016, Verdechiaro Ed.
“A scuola dallo sciamano“, 2014, Il punto d’incontro Ed.
One thought on “Perché lo sciamano urbano?”
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