Perché condividere il sentire?

Condividere il sentire è un atto sciamanico, vediamo perché.

Spesso troviamo difficile esprimere il significato che un’esperienza ha avuto per noi, che si tratti di una meditazione, di una costellazione o di un viaggio sciamanico.

Tradurre verbalmente ciò che si prova nella connessione con il divino sembra immediatamente impoverire l’esperienza. Come scriveva Clarice Lispector:

“Occorrerà del coraggio per fare ciò che sono in procinto di fare: dire. Ed espormi all’enorme sorpresa che proverò di fronte alla povertà della cosa detta. Non appena l’avrò detta, ecco che dovrò subito aggiungere: non si tratta di quello! non si tratta di quello!”.

Effettivamente, passare dal piano dell’emozione, del sentire, della connessione con il tutto, al piano dell’oggettività richiede un cambiamento di passo, l’utilizzo di un’energia diversa da quella che pervade l’esperienza vissuta su altri piani.

Però, come ci indicano gli sciamani hawaiani, lo sciamano urbano, quello che ognuno di noi ha la facoltà di essere e il diritto/dovere di sperimentare nella propria vita, è proprio colui che attraversa i differenti piani di realtà, creando quindi una comunicazione fra essi, e impara ad usare il buono che c’è nel piano di esistenza più utile rispetto alla situazione che sta vivendo.

Articolare i suoni che formano le parole, significa attivare un’AZIONE, portare sul piano corporeo un’esperienza che anche il corpo ha vissuto, usando però facoltà differenti. Parlare è come esprimere con un movimento, una danza, un disegno, il sentito.

In questo modo integriamo nel piano fisico sentimenti ineffabili, emettendo una vibrazione sonora (anche con la forma scritta) e riceviamo quelle stesse vibrazioni ascoltando la nostra voce .

Quindi, anche singole parole, sprazzi di impressioni, possono essere efficaci come e più di un discorso sintatticamente corretto.

I feedback che offriamo ci aiutano a collegare il passaggio che abbiamo fatto sui tre piani energetici, con il piano oggettivo, quotidiano e ad essere presenti a noi stessi e all’ambiente in cui viviamo, con molte più facoltà allo stesso tempo.

Oltre ad arricchire e a risvegliare, in chi raccoglie la condivisione, percezioni rimaste sopite in una indistinta nebulosa, che brillano come stelle nel momento in cui si ascoltano le parole dell’altro.

Per quanto mi riguarda, quando propongo meditazioni e cerchi energetici, è importante ricevere feedback dai partecipanti,: ognuno di noi è un mondo unico e straordinario e ogni racconto apre una finestra su questi mondi, creando un collegamento che arricchirà l’esperienza di tutti nelle proposte successive.

Ti ringrazio fin da ora per il contributo che darai al benessere dei gruppi di cui faremo parte.